La Cassa Integrazione COVID Inps 2020 è prevista dal decreto Cura Italia ma finora solo chi ha ottenuto l’anticipo dal datore di lavoro ha ricevuto la CIG. La Cassa Integrazione Coronavirus 2020 promessa dall’Inps doveva arrivare il 15 aprile ma per mancanza di fondi è stata rinviata a data da destinarsi. Nel frattempo cerchiamo di capire quando arriva la Cassa Integrazione Coronavirus, l’importo della CIG, la percentuale, la durata e come funziona. In questo articolo riassumiamo le cose più importanti da sapere sulla Cassa Integrazione COVID, come quando arriva, l’importo, percentuale, durata e ferie.
Arriva la Cassa Integrazione Coronavirus Inps
Arriva la Cassa Integrazione Coronavirus Inps 2020. A causa dell’emergenza sanitaria molti lavoratori non possono andare a lavoro e non hanno come vivere. Per questo il Governo ha previsto aiuti economici per i cittadini da erogare attraverso l’INPS. Tali aiuti però, tardano ad arrivare nelle tasche degli italiani per via di alcune manovre all’INPS che non sono piaciute molto.
La CIG poi non sarà nemmeno concessa a tutti, puoi approfondire i limiti della Cassa Integrazione Coronavirus espressi nel decreto Cura Italia. La circolare Inps numero 47 aveva già parlato della Cassa Integrazione Ordinaria, Speciale e in Deroga. La domanda più importante però resta: La Cassa Integrazione Covid Inps quando arriva?
Quando arriva
Vediamo quando arriva la Cassa Integrazione dall’Inps da Covid. L’arrivo della Cassa Integrazione COVID era prevista per il 15 aprile, data in cui il Governo però ha preferito erogare il Bonus 600 euro e nemmeno a tutti. Infatti, sono rimasti senza bonus ben 40 mila lavoratori autonomi.
Il Governo tuttavia ha rassicurato i lavoratori confermando che il pagamento della Cassa Integrazione Coronavirus è stata rimandato di un mese.
Insomma, l’emergenza sanitaria è sbocciata a fine febbraio, per gli inizi di marzo eravamo già tutti in quarantena; adesso finisce aprile e bisogna aspettare ancora fino a metà maggio per iniziare a vedere un minimo aiuto economico per le famiglie italiane. Ma come mangerebbero 60 milioni di italiani se dipendessero solo dal Governo?
Cerchiamo di vedere il lato positivo, la CIG arriverà prima o poi. Nel dettaglio, la CIG ordinaria arriverà assieme al Fondo di Integrazione Salariale entro il 15 maggio 2020 per una platea di 4,5 milioni di lavoratori. Quando arriva la Cassa Integrazione Covid però continua a restare un mistero e i tempi si allungano oltre il 15 maggio 2020 perché si attende il parere UE.
Importo e percentuale
Cassa Integrazione Covid Inps 2020. L’importo della Cassa Integrazione Coronavirus arriva fino a un massimo di 1.400,00 euro e servirà a dare supporto economico ai cittadini danneggiati dall’emergenza sanitaria.
Alcuni lavoratori italiani però si chiedevano la percentuale di stipendio coperta dalla cassa integrazione Covid. La percentuale di integrazione salariale prevista è pari all’80 per cento della retribuzione nel rispetto di due massimali differenti riguardo l’importo dello stipendio.
Durata Cassa Integrazione Coronavirus 2020
Cassa Integrazione Coronavirus Inps 2020. Per quanto riguarda la durata della cassa integrazione, secondo quanto stabilito dal decreto Cura Italia, la CIG ordinaria dura massimo 9 mesi. mentre, la cassa integrazione straordinaria può durare fino a 12 mesi.
Sia la durata che l’importo della Cassa Integrazione Coronavirus 2020 Guadagni in Deroga seguono le stesse regole della cassa integrazione ordinaria e straordinaria. In altre parole seguono la legge di Bilancio per cui la cassa integrazione in deroga non può durare più di 12 mesi.
Le ferie?
Cassa Integrazione Covid Inps. Per quanto riguarda le ferie, se il lockdown si prolungasse il datore di lavoro ha il diritto di organizzare al meglio l’attività produttiva scegliendo quando mandare in ferie i lavoratori. Tuttavia, resta il dovere del datore di lavoro di rispettare le esigenze dei propri dipendenti e di conferire un minimo di due settimane continuative di ferie.
La Cassa Integrazione Covid potrà essere richiesta anche se ci sono ferie pregresse non utilizzate.
Inoltre, il DPCM 11 marzo 2020 ha decretato che siano incentivati l’uso di smart working, ferie, congedi retributivi e altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva. Tutto al fine di permettere ai dipendenti di passare più tempo a casa, visto l’obbligo di quarantena, e ai datori di lavoro di continuare a produrre semi-regolarmente. Si potrà procedere anche chiedendo le ferie arretrate.
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