Giulio Tremonti su evasione fiscale: “Non è una norma fiscale a modificare i comportamenti di una società”
Giulio Tremonti non è affatto felice e soddisfatto dalle ultime notizie del giorno sui limiti all’uso del contante. Per uno come lui che di economia se ne intende da un po’ e conosce anche bene il popolo italiano una manovra che punta a limitare o eliminare l’uso dei contanti può solo peggiorare la situazione economica del Paese. Ci spiega anche perché.
Ricordate qualche giorno fa, quando vi abbiamo parlato delle quattro mosse con cui il governo vuole togliere il contante dalla circolazione? Ebbene, Tremonti in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore (che salutiamo), ha detto chiaramente che il modo in cui si sta tentando di fare guerra all’evasione fiscale non farà altro che peggiorare la nostra situazione economica.
La logica Tremonti sui contanti e il nero
Tremonti è dotato di un senso critico notevole, tant’è che è riuscito a vedere le cose da un punto di vista più ampio, comprendendo che non si tratta di una buona cosa l’eliminazione del contante. Ma non per lui o per i politici, ha pensato alla parte povera del popolo italiano, che si regge esclusivamente con l’uso dei contanti, proprio come gli anziani.
Risponde così all’affermazione del giornalista: “Da Bankitalia al Comitato per la sicurezza finanziaria, però, le analisi concordano nell’indicare un legame stretto fra la diffusione del contante e il rischio di evasione fiscale e riciclaggio.“
Sono pronto a riconoscere ad altri una superiore capacità di formulare studi sull’evasione. Ma questa lotta al contante è la tipica forma di intervento demagogico e regressivo, perché il contante in Italia è prima di tutto lo strumento dei poveri e degli anziani. Con campagne di questo tipo, se anche non ti importa di perdere i voti, certamente non guadagni gettito perché spingi ancora più sul nero. Bisogna cambiare ottica.
Ma come si fa a cambiare ottica? E poi “in che senso”, chiede il giornalista, si spinge ancora di più sul nero? Di tutto punto Tremonti, ex ministro dell’Economia risponde.
Non è una norma fiscale a modificare i comportamenti di una società, ma è l’evoluzione della società a portare con sé migliori rapporti fiscali. Solo una prospettiva graduale e progressiva può avere successo se congiuntamente rispetta e coinvolge le persone.
Giulio Tremonti: guerra al contante è persa in partenza
Se togliere il contante non va bene, allora si possono introdurre incentivi e disincentivi? “Certo non quelli che ipotizzano aliquote Iva diverse a seconda della modalità di pagamento, anche perché l’Iva è per definizione europea e neutrale rispetto a ogni tipo di flusso finanziario”.
E per quanto riguarda il tema delle detrazioni e deduzioni fiscali? “Non è un meccanismo da estendere?”, chiede il giornalista, che però, ottiene un’altra risposta alla Tremonti:
“Non credo su scala vasta e generale. Il cosiddetto contrasto d’interessi, per cui io batto l’evasione se ti concedo deduzioni e detrazioni, realizza l’ideale concentrazionario per cui ognuno diventa il finanziere dell’altro. Se applicati sistematicamente, poi, questi sistemi sono regressivi”.
Come bisogna fare con i contanti allora?
A questo proposito ci parla della Cina e di metodi innovativi che vedono il contante sparire in Oriente…
“Non è più il vicino di casa o il negoziante che nega lo scontrino, si vede un’evoluzione in senso tecnologico che arriva fino a prospettare pagamenti realizzati con l’iride o con la mano. Una gamma di strumenti ampiamente utilizzati in Cina, dove in effetti il contante quasi non c’è più. Il che forse autorizza l’idea che da quelle parti si vada configurando una vera e propria dittatura, più che fiscale, digitale.”
…Ma in Europa la situazione è ben diversa.
“Ci sono 11 Paesi che non conoscono limiti di legge all’uso del contante, e fra questi ci sono appunto Germania, Regno Unito, Austria, Svezia. È una scelta ideologica, di libertà e anche di sicurezza perché in tanti casi il contante può essere una riserva.”
Se nei Paesi che economicamente sono messi bene non ci sono limiti di legge all’uso del contante, ma perché noi dovremmo fare diversamente?
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