News sulle Pensioni anticipate per tutti, opzione donna a 58 anni, cosa significa andare in pensione in Italia oggi e cosa cambierà nei prossimi anni. L’addio a quota 100 con la quota 102 segna un duro colpo per gli affezionati delle pensioni anticipate che tenevano il fiato sospeso con lo spettro del ritorno della Legge Fornero e lo scalone improvviso dei 5 anni nel 2022. Spettro che ripassa nel 2023 con metodo contributivo alla mano e nessuna pietà per chi andrà in pensione prima della pensione di vecchiaia a 67 anni. News sulle Pensioni anticipate 2022 per tutti, opzione donna a 58 anni, che vogliamo dire? Il governo e i sindacati sono in trattativa per Opzione Donna (pensione anticipata con uscita a 58 anni e 35 di contributi), i requisiti anagrafici potrebbero cambiare e anche l’assegno rischia di essere diverso, soprattutto se l’opzione Donna si estende a tutti. Cosa dire allora ai giovani, ai quali il sindacato si fa bello con una pensione di garanzia, poca fatica e dei contributi che mancheranno in un giorno lontano; il prof Giuliano Cazzola spiega perché converrebbe lavorare più a lungo. Su questa scia, il parere di un cittadino che accende la luce sulla realizzabilità di tutte queste chiacchiere sul pensionamento con legge Fornero in età avanzata: l’indelicatezza e la noncuranza di chi sta chiedendo agli italiani di lavorare fino a quasi 70 anni di età!
News sulle Pensioni anticipate, Draghi presenta Quota 102: “transizione con 38 anni di contributi e 64 anni di uscita”
News sulle Pensioni anticipate 2022 – E’ Adnkronos a riportare le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi con cui presenta Quota 102; “Quota 100 finisce alla fine di quest’anno, la legge di bilancio prevede una transizione a quota 102, con 38 anni di contributi e 64 anni di uscita.”
Quota 102 è una delle proposte dell’esperto previdenziale Alberto Brambilla della Lega, come ricorderete avevamo parlato già di tutte le proposte in sostituzione di Quota 100 a partire dal 2022.
News sulle Pensioni anticipate 2022 – Una piccola parentesi d’opinione: sicuramente Quota 102 è meglio di un netto ritorno alla legge Fornero che avrebbe significato un trattamento discriminatorio per i pensionati del 2022, ma non è nemmeno tutto questo granché considerando le ingiustizie pensionistiche di questo Paese tra pensioni d’oro e baby pensionati.
Mario Draghi è determinato a riportare il sistema contributivo come unico metodo di calcolo per la pensione, lo dice chiaramente: “l’impegno del governo è tornare in pieno al contributivo” e ancora; “l’obiettivo è il ritorno al contributivo, la scatola all’interno della quale tante cose si possono aggiustare”, spiegando anche quali. “La prima è la flessibilità in uscita, la seconda è recuperare al lavoro tutti coloro che sono andati in pensione e lavorano in nero perché vengono puniti se lavorano. La terza è riequilibrare il rapporto per le pensioni dei giovani, oggi squilibrate verso” cifre “molto basse. Ma tutto questo all’interno del contributivo” per assicurare “la sostenibilità nel tempo del sistema pensionistico. Ci sarà un intenso confronto con parti sociali, Parlamento, tutti”.
News sulle Pensioni anticipate 2022 – Mistero sull’età pensionabile definitiva: A quale età si potrà uscire dal lavoro con la riforma delle pensioni? Chiede un giornalista. “Non posso dirlo, sarà frutto delle interlocuzioni e degli scambi delle prossime settimane e di un conto. Perché il contributivo torni occorre che l’età sia fissata anche a quel fine. Spero tra qualche settimana di dirlo”.
News pensioni d’invalidità, emendamento correttivo per consentire l’attività lavorativa agli invalidi
La legge di bilancio dovrà anche approvare dei cambiamenti necessari per consentire agli invalidi beneficiari di pensione di lavorare e poter continuare a ricevere l’assegno d’invalidità. Attualmente chi percepisce una pensione d’invalidità in caso di attività lavorativa vedrebbe perdersi l’erogazione assegno pensionistico.
Quest’ingiustizia però sarà presto risolta, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha sentito l’INPS e; “sta elaborando un intervento per rivisitare la formulazione vigente per consentire l’erogazione della prestazione in certi limiti reddituali, a prescindere dalla natura dal reddito”. “Il governo è consapevole che è necessario un immediato intervento normativo che riconduca il quadro a canoni di ragionevolezza”; ed ha aggiunto che “la proposta emendativa sarà inserita nel veicolo normativo più opportuno tra quelli in discussione in Parlamento. Molto probabilmente in sede di conversione del decreto fiscale.”
Intanto Draghi in conferenza stampa per quota 102 rassicura confermando due rinnovi importanti;”abbiamo rafforzato Opzione Donna e Ape sociale, ampliando la gamma di soggetti che possono utilizzarlo”.
Opzione Donna e Ape sociale proroga al 2022 e modifiche ai requisiti
A confermare le parole del premier Draghi anche Andrea Orlando, ministro del lavoro, che si è espresso sul tema previdenziale con IL TEMPO; “è stato già inserito nella legge di Bilancio la proroga di un anno dell’anticipo pensionistico, l’Ape sociale, con l’estensione delle categorie di lavoratori gravosi che possono accedere al beneficio, e la proroga di Opzione donna” e sono “allo studio delle misure per «rivedere in senso più favorevole, rispetto all’iniziale proposta presentata in Consiglio dei ministri, i criteri anagrafici per l’accesso a tale misura”. (News sulle Pensioni anticipate)
Nello specifico l’attenzione è sui requisiti di uscita con Opzione donna, per cui ad oggi servono 58 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi. Secondo Orlando si ipotizza di abbassare l’età a 57 o 56 anni perché dice che le donne sono state penalizzate da quota 100; Orlando ha aggiunto che “sul tema delle pensioni credo che ci siano le condizioni perché, affrontato il tema del passaggio della legge di Bilancio, sulla gestione della coda di Quota 100 ci sia una discussione per un regime di maggior equità nel rispetto della sostenibilità”.
Riassumendo; l’opzione donna è stata rinnovata insieme ad Ape social per il 2022 ed è arrivata la quota 102, la misura di pensionamento anticipato con uscita a 64 anni con 38 di contributi che sostituisce quota 100 ma che resterà solo fino al 31 dicembre 2022. Dal 2023 come funzionerà per chi volesse o dovesse uscire dal lavoro prima di avere i requisiti di vecchiaia? Il Sole 24 Ore riassume così il meccanismo che varrà per i prossimi pensionati:
scatterebbe un trattamento totalmente contributivo calcolato sui versamenti e sull’anzianità contributiva effettivamente maturati, con conseguente riduzione rispetto a un assegno comprensivo di una “fetta retributiva”. In questo modo ci sarebbe una sorta di allineamento al canale d’uscita già previsto dalla legge Fornero per i soggetti interamente “contributivi” (chi ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995), che già consente il pensionamento con un minimo di 64 anni d’età e 20 di contribuzione.
Sole 24 Ore (News sulle Pensioni anticipate)
News sulle Pensioni anticipate: Opzione donna, rimane il requisito dei 58 anni di età (molto probabile ma non ancora certo)
Si cerca di passare dalla pensione anticipata quota 100 alla legge Fornero nel modo più soft possibile. Con la legge di bilancio attuale (ancora da approvare dal Consiglio dei ministri) l’opzione donna diventerebbe accessibile a 59 anni per le dipendenti, invece di 58, e a 61 anni per le autonome, invece di 60. L’opposto di quanto suggeriva il ministro Orlando, ossia un anno in più a lavoro prima di andare in pensione invece di un anno in meno, ma è l’evidenza che è ancora in valutazione. (News sulle Pensioni anticipate)
Sul Sole 24 Ore leggiamo in un articolo dell’ultimo minuto sulle News sulle Pensioni anticipate che “A meno di ripensamenti dell’ultima ora (sempre possibili), il requisito anagrafico dovrebbe rimanere fermo a 58 anni anche per il prossimo anno. Con il vincolo, già noto, per le lavoratrici che decideranno di utilizzare questo canale d’uscita: il ricalcolo in configurazione interamente “contributiva” dell’assegno pensionistico.”
In breve: o prendi una pensione interamente contributiva o vai in pensione più tardi di un anno. Al governo interessa il metodo contributivo, perciò sembra essere questa la via; anche perché i requisiti per accedere a Opzione Donna sono stati difesi a spada tratta da tutti i partiti italiani, dal PD alla Lega, il requisito dei 58 anni di età non si tocca. (News sulle Pensioni anticipate)
Ad avvalorare questa notizia il Sole 24 Ore specifica che: “i ministeri dell’Economia e del Lavoro si sono messi all’opera per recuperare le risorse necessarie per mantenere l’attuale schema di uscita anticipata con 58 anni d’età (59 per le “autonome”) e almeno 35 di versamenti, da maturare entro la fine di quest’anno.” aggiungendo che si tratta di “un’operazione non impossibile vista l’utilizzazione relativamente bassa registrata fin qui per questo strumento; nel 2019 le richieste per Opzione donna accolte dall’Inps sono state 21.090 e nel 2020 14.510.”
News sulle Pensioni anticipate 2022 solo con Sistema contributivo: Ricalcolo pensioni, Opzione donna per tutti
Nell’attesa del tanto annunciato ritorno alla legge Fornero le pensioni anticipate sono solo con sistema contributivo, come fosse l’estensione di Opzione donna a tutti con contributivo. Un “anticipo pensionistico, ma solo con la condizione del ricalcolo dell’assegno col contributivo“, è la linea del governo Draghi che nelle prossime trattative coi sindacati non cambierà sostanzialmente. Il giornale, che tratta questa visione delle News sulle Pensioni anticipate, dice che in effetti “è come estendere a tutti l’Opzione Donna senza mollare il metodo contributivo”. In aggiunta, Draghi parlando di quota 102 ha rimarcato il tema: “Bisogna ritornare al contributivo, vedremo insieme a quale età”. (News sulle Pensioni anticipate)
Attenzione però, l’opzione donna (in pensione a 58 anni con 35 di contributi) subisce un taglio dell’assegno di circa il 33% con il ricalcolo contributivo. Il sistema contributivo a cui Draghi si è affezionato ha dei vincoli strettissimi che prospettano un’uscita dal lavoro davvero tarda se non si vuole ottenere una pensione inadeguata. Il giornale spiega quando si può uscire dal lavoro con il metodo contributivo:
I lavoratori che si collocano successivamente alla riforma Dini, la “Generazione zero” (così detta proprio perché sprovvista di scappatoie sottoforma di quota); sono consapevoli del fatto che potranno uscire dal mondo del lavoro 3 anni prima (cioè, ad oggi, 64 di età con almeno 20 di contributi), con un assegno interamente contributivo ma con vincoli strettissimi. Dovranno cioè avere una pensione pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale (vale a dire 1.381 euro), altrimenti saranno costretti ad aspettare i 67 anni; ma sempre nel caso in cui ricevano un assegno pari almeno ad 1,5 volte quello sociale (690 euro) oppure addirittura uscire sopra i 70 o i 75 anni, un’eventualità su cui riflettere a fondo.
Il Giornale (News sulle Pensioni anticipate)
Se si estende a tutti l’Opzione donna oggi, l’effetto è di spostare più in là il problema Riforma pensioni a quando tornerà la Legge Fornero, nel 2023. I danni di una misura pensionistica tappa-problemi oggi e di una vecchia riforma pensioni Fornero riapplicata a forza un domani sarebbero incalcolabili, disastrosi in Italia. (News sulle Pensioni anticipate)
Quota 102 e ritorno della Legge Fornero, intervista a Giuliano Cazzola – News sulle Pensioni anticipate
Il tema non è sfuggito a Pensioni per tutti che ha affrontato la questione Quota 102 e ritorno della Legge Fornero con il professore Giuliano Cazzola della Lega. Quanto segue è un estratto dell’Intervista esclusiva al professor Giuliano Cazzola di Pensioni per tutti che ha colto degli spunti interessanti per discutere non solo di pensioni anticipate ma anche di lavoro, giovani e futuro. (News sulle Pensioni anticipate)
Cazzola parla di quando si è trattato di prendere una decisione per il post quota 100: “Draghi si è dichiarato disponibile e le confederazioni hanno avviato una mobilitazione graduale” finché è venuta fuori la quota 102. Il Prof Cazzola è “convinto che non a caso si sia trovata una soluzione (quota 102) per il 2022” infatti sarebbe per un tornaconto politico di Draghi e Salvini; dice: “il premier può sostenere di aver riportato il sistema nella “normalità’’ della riforma Fornero; Salvini di aver impedito che dal 1° gennaio si andasse in pensione, a parità di 38 anni di contributi, a 67 anziché 62 anni.” (News sulle Pensioni anticipate)
Non sono mancate le critiche alla proposta di Landini della Cgil che aveva proposto quota 62 (uscita a 62 anni di età) oppure la quota 41 per tutti (41 anni di contributi senza limiti anagrafici). Il prof Giuliano Cazzola le vede come proposte irrealistiche, il giornalista gli ha chiesto perché. “Ho detto molte volte che la piattaforma Cgil, Cisl e Uil era fuori mercato, portava indietro il sistema di trent’anni“. Dunque, vecchie proposte che attualmente non sarebbero praticabili.
Ma l’arringa contro i sindacati è solo iniziata:
La sa che in Italia vi sono 6,5 milioni di pensioni anticipate contro 4,5 milioni di vecchiaia? Noi spendiamo per l’anticipo 1,4 punti di Pil quando gli altri Paesi hanno delle percentuali da prefisso telefonico. La sa che uno che va in pensione a 62 anni ci resta vent’anni a carico di quei giovani a cui si promette una pensione di garanzia? Le sembra che un Paese ottenga delle valutazioni del proprio sistema scolastico da terzo mondo e che i sindacati si preoccupino solo delle pensioni? Li ha visti fare delle proposte sul PNRR?“
Intervista esclusiva al professor Giuliano Cazzola di Pensioni per tutti (News sulle Pensioni anticipate)
E allora quale sarebbe la soluzione sulla riforma pensioni secondo il prof Cazzola? “Per me la riforma della Fornero è la riforma tout court. Faccio notare che si è assai ampliata la possibilità di avvalersi dell’Ape sociale a 63 anni e a 36 o 30 di contributi, a seconda delle condizioni personali, lavorative e famigliari. E’ vero che nessuno è profeta in patria, ma contro questa riforma nessuno porta degli argomenti validi. Vuol vedere a che età vanno in pensione gli italiani?” Cazzola ha poi mostrato delle tabelle dell’INPS pubblicate sul sito di Pensioni per tutti. (News sulle Pensioni anticipate)
Intervista a Giuliano Cazzola sulla Pensione di garanzia per i giovani
Una novità però c’è stata: la pensione di garanzia per i giovani. “Non si accorgono che si stanno coprendo di ridicolo con questa storia della pensione di garanzia per i giovani? – ce l’ha con le proposte dei sindacati; – Ma un sindacato serio non dice ai giovani di oggi, poiché sei precario ti garantisco che da vecchio avrai ugualmente una pensione che non ti sei potuto guadagnare. […] Se un sindacato vuole tutelare i giovani chiede un salario minimo per quando sono giovani, si sforza di dare una copertura contrattuale anche nella gig economy.” Insomma, servirebbe un tipo di attenzione diversa da parte dei sindacati, che fanno proposte si News sulle Pensioni anticipate irrealizzabili e che non vengono neppure tenute in considerazione a Palazzo Chigi.
“In Italia ci si è ammalati di pensionite” dice Cazzola condividendo la citazione di una vice segretaria del PD e presidente della Commissione Bilancio della Camera. In sintesi il problema sono quelli che hanno più voglia di andare in pensione che di lavorare per guadagnarsela.
“E non si tratta nemmeno dei pensionati i quali da più di un decennio si sono visti manomettere il sistema di rivalutazione automatico delle pensioni. – Infatti – I sindacati si preoccupano dei pensionandi, di quelle coorti del baby boom che hanno vissuto in un’epoca diversa dove si entrava nel mercato del lavoro molto giovani e si era in grado di uscirne presto con la pensione anticipata.” I sindacati infatti si preoccupano della pensione e non più del problema lavoro. I sindacati si preoccupano solo delle pensioni, e a testimoniarlo c’è la totale assenza di proposte da parte loro (Cgil, Cisl, Uil) sul PNRR. I giovani? Oggi sarebbe meglio se fossero istruiti e lavoratori piuttosto che dati già per pensionati anticipati! (News sulle Pensioni anticipate)
News Riforma pensioni anticipate, cosa ne pensa un cittadino comune
Il bello sta sempre in chi commenta, perché la gente comune trova sempre il modo di restituire vividezza e realtà alle affermazioni piatte di chi invece fa la sua arringa di pensiero. Come il prof Cazzola, che alludendo alla Fornero come soluzione Tout Court quasi si dimentica che si parla di dare ciò che si deve alle persone giunte ormai alla vecchiaia, fisicamente deboli e mentalmente stanchi, dopo aver lavorato una vita intera e vivendo con sempre meno in tasca. (News sulle Pensioni anticipate)
Mentre alcuni vorrebbero saperne di più sulle pensioni d’oro e sulle baby pensioni, c’è chi come questo signore che si firma Stefano 1961 e ci da un punto di vista più realistico. Stefano cerca di avvalorare le sue parole con dei dati dopo aver guardato le tabelle INPS fornite da Cazzola, ma siamo certi che non siano neanche tanto necessari i dati precisi alla gente comune per capire di cosa Stefano ci sta parlando. Si tratta di insostenibilità per i pensionati, ecco la sua riflessione integrale:
Giusto per precisare con larga approssimazione, linearizzando per comodità, i nati in un determinato anno, a partire dai 50 anni di età, si riducono di numero per circa il 25% ogni decennio fino a sparire praticamente completamente nel decennio di età compresa tra gli 80 e i 90 anni. La realtà non è così lineare ma per un commento sbaglio di poco. Quindi, andando in pensione a 62 anni, a 82 anni ci arriva solo il 25% dei contribuenti e il 30% dei pensionati a 62 anni (siamo nel campo del circa ma indicativamente rende). Spero pertanto che le proiezioni INPS non abbiano considerato tutti i pensionati a 62 anni ancora vivi a 82.
Vi è poi il problema che a 64 anni il 40 % della popolazione ancora vivente è pluri-patologico. Vista la bassa (rispetto ad altri europei) spesa pro capite per la protezione sociale la gente si concentra sull’acquisizione di risorse individuali e quanto accade in campo pensionistico fa …..
Per di più il declino psicofisico significativo inizia a 50 anni con una perdita di efficienza, per chi sopravvive, anche qui linearizzata per comodo, di 10-15% a decennio. Come ci arriviamo al lavoro a 67-71 anni? Con che ricadute sul mondo del lavoro?
Lo stato non può preoccuparsi della sola dimensione finanziaria ma deve avere un approccio che consenta efficacia sistematica in quanto uno dei suoi elementi costitutivi sono le persone con i loro limiti anche psicofisici. E francamente l’impostazione che si vede sui problemi in generale, compreso quello delle pensioni e molto monovariabile, non da risposte sistematiche adeguate.
Stefano 1961 – Un commento all’intervista del Prof Cazzola su Pensioni per tutti (News sulle Pensioni anticipate)
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