Le scadenze fiscali di giugno, poi rimandate al 20 luglio non saranno prorogate ulteriormente fino al mese di Settembre, ora sciopero fiscale! Il rinvio delle tasse a settembre 2020 chiesto a gran voce dai commercialisti e dagli imprenditori italiani è stato rigettato con estrema noncuranza. Adesso si teme uno sciopero fiscale della categoria Partite IVA, ossia in molti non pagheranno le tasse, altri invece chiuderanno per sempre. Ai problemi economici degli imprenditori il viceministro Economia M5S, Laura Castelli, risponde con un consiglio choc “Crisi? Cambiate lavoro”. Uno sciopero fiscale è il minimo che una Partita Iva, da sempre sottomessa, può fare per ribellarsi a un governo che la odia e odia gli italiani.
Scadenze fiscali, la beffa ai nuovi poveri
Scadenze fiscali, rinvio Tasse a settembre negato, ora sciopero! – Appena prima che il Covid-19 piombasse in Italia e nel mondo a distruggere la vita per come la conoscevamo, le partite IVA volevano manifestare in piazza (ve lo ricordate?). Poi i vari lockdown lo hanno impedito, e le nuove problematiche economiche sorte a causa dell’emergenza sanitaria hanno peggiorato tutte le realtà. Ad oggi chiunque avrebbe qualcosa da dire ai capi dello Stato italiano che, non solo continuano a non far funzionare le cose, ma ci stano riducendo tutti alla povertà.
In questo caos, oltre ai poveri malcapitati deceduti a causa del Covid-19, c’è stato un incremento di omicidi e suicidi causati dai nuovi problemi e soprattutto dalla disperazione delle persone. Non ci dimenticheremo mai di quel nonno che durante il lockdown si tolse la vita lasciando un bigliettino con scritto “non ha più senso vivere senza mio nipote“, in quanto gli era vietato vederlo, dal presidente del Consiglio.
Sono sempre più gli imprenditori che schiacciati dalla pressione fiscale hanno scelto loro malgrado di farla finita. Non è questa l’Italia che riparte, non è questa l’economia che può essere rilanciata.
Ma ci sono imbecilli che credono ai vari “pagheremo”, “faremo” e “lavoreremo” del premier Conte. I fedelissimi dell’avvocato del popolo dei fessi andranno il 20 luglio 2020 – anche loro dubbiosi – dal commercialista per pagare le tasse, e restando senza un euro in tasca o con poco più.
Le partite IVA non sono tutte così per fortuna, c’è chi si sta ribellando.
Scadenze fiscali, negato rinvio tasse a Settembre
Scadenze fiscali, rinvio Tasse a settembre negato, ora sciopero! – In merito alle scadenze fiscali, cui è stato negato il rinvio delle tasse a Settembre, ecco cosa dice Massimo Miani, presidente dei commercialisti italiani:
“L’anno scorso è bastato un ritardo della PA nell’elaborazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) perché venisse disposta una proroga di tre mesi (al 30 settembre 2019) per i versamenti delle imposte sui redditi e IRAP risultanti dalle dichiarazioni. Quest’anno la pandemia da Covid-19, due mesi di lockdown e la più grande crisi economico-finanziaria dal dopoguerra ad oggi non sono bastati per fare come minimo altrettanto.”
Massimo Miani, presidente dei commercialisti italiani
Il rinvio delle tasse a Settembre è stata una richiesta dei commercialisti italiani, scartata in direttissima dall’altissimo Ministero dello Sviluppo Economico.
In pratica, grazie al rinvio tasse di giugno a luglio, ci sono 246 adempimenti per i contribuenti a luglio 2020. Un po’ troppi per così poco tempo, ma il governo Conte insiste nel dire che “secondo gli uffici del ministero dell’Economia lo slittamento dal 30 giugno al 20 luglio è più che sufficiente“.
…”Più che sufficiente“? Probabilmente le scrive topolino le note del MEF.
Giustamente poi il Corriere della Sera fa notare: “il rinvio a settembre avrebbe bloccato un flusso di tributi di circa 8,4 miliardi di euro. Troppo per le casse boccheggianti di questa fase.”
Sciopero fiscale delle Partite IVA, altro che rinvio tasse
Scadenze fiscali, rinvio Tasse a settembre negato, ora sciopero! – I nostri imprenditori, che fanno di questa penisola una meravigliosa nazione, hanno deciso di non pagare le tasse, altro che rinvio, e di prendere esempio dal presidente del Consiglio: “vedremo, se pagheremo!“.
Non tutti aderiranno com’è evidente, vi abbiamo già parlato dei fedelissimi di Conte che ormai vivono a pane e speranza.
A chi biasima le partite IVA ribelli ricordiamo che gli imprenditori pagano dal 60% all’80% di tasse su tutto quello che guadagnano. Vuol dire che se vendi un ghiacciolo a 1 euro, 80 centesimi li devi dare a quel parassita dello Stato. Stato che succhia i tuoi soldi ma che poi, in momenti di estrema esigenza, non riesce nemmeno a darti 500 euro per aiutarti a fare la spesa e pagare l’affitto. Come ad esempio avviene per chi aspetta ancora i bonus di aprile, maggio, le cig, eccetera eccetera.
Magicamente però, ora l’incubo del Covid-19 sembra quasi superato, ce la stiamo cavando; alcune aziende riaprono, altre chiudono per sempre, e un po’ di soldi tornano a girare in un modo o nell’altro. Tuttavia, salta all’occhio che il Lockdown è finito giusto in tempo per far pagare le tasse alle Partite IVA e far fare cassa al Governo Conte.
A voi i commenti.
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