SMETTO QUANDO VOGLIO – AD HONOREM

Oggi in TV

La storia si svolge nella Prigione di Rebibbia, dove i membri della banda di Pietro Zinni stanno pianificando la loro fuga. Per fermare i loschi piani di Walter Mercurio, devono allearsi con il loro nemico giurato. Così, con una mossa audace, chiamano il loro rivale per chiedere il suo aiuto disperato. Non sarà facile per questi criminali, ma sono decisi ad andare fino in fondo per raggiungere i loro obiettivi. Riusciranno a fuggire e a fermare Mercurio? Con intrighi, azione e colpi di scena mozzafiato, questo film tiene il pubblico sul filo del rasoio fino all’ultimo secondo.

Smetto quando voglio: Ad Honorem è un film di genere commedia del 2017, diretto da Sydney Sibilia, con Edoardo Leo e Valerio Aprea. Uscita al cinema il 30 novembre 2017. Durata 96 minuti. Distribuito da 01 Distribution.

TRAMA DEL FILM SMETTO QUANDO VOGLIO – AD HONOREM

film Smetto quando voglio - Ad Honorem 2017

Il film Smetto quando voglio: Ad Honorem è una commedia italiana che racconta l’epica avventura di un gruppo di scienziati guidati da Pietro Zinni, i quali si trovano a dover affrontare la minaccia di Walter Mercurio, un perfido nemico determinato a distruggere il mondo. La trama prende vita quando il gruppo di scienziati viene arrestato e imprigionato. Tuttavia, la storia diventa appassionante quando la squadra, grazie a un ingegnoso stratagemma, riesce a distrarre le guardie e a fuggire dal carcere per impedire a Mercurio di far precipitare il mondo nella catastrofe imminente.

La narrazione di questo film si concentra su un’avventura così delicata, offrendo allo spettatore spunti di riflessione profondi. Il messaggio importante della storia consiste nell’incoraggiare ognuno di noi a lottare per i propri ideali, esprimere le proprie opinioni e contribuire positivamente alla vita di tutti. “Smetto quando voglio: Ad Honorem” è un coinvolgente capolavoro cinematografico, realizzato con grande maestria dal punto di vista tecnico, in grado di catturare l’attenzione e la curiosità dello spettatore dall’inizio alla fine. La critica ha elogiato l’interpretazione degli attori e la regia di Sydney Sibilia, confermando il grande successo del film.

Attraverso la tenacia e l’intelligenza dei protagonisti, l’evento catastrofico viene neutralizzato e i personaggi dimostrano di essere autentici eroi. Nonostante i rischi e le sfide che affrontano, riescono a far valere la loro superiorità sull’antagonista. “Smetto quando voglio: Ad Honorem” rappresenta un esempio di come, nonostante le difficoltà, sia possibile lottare per ciò in cui si crede e raggiungere il successo. È un film assolutamente da vedere e che consiglio a chiunque voglia trascorrere una serata piacevole e divertente, ma al contempo ricca di spunti di riflessione.

Questo film è il capitolo finale di una trilogia diretta da Sydney Sibilia. “Smetto quando voglio: Ad Honorem” ci porta alla riunione finale del gruppo di intellettuali, guidato dal neurobiologo Pietro Zinni, impegnati nell’ultima e audace impresa. I membri della banda, detenuti nel carcere di Rebibbia, trovano un modo per evadere e sventare i piani del terribile Walter Mercurio, intenzionato a commettere una strage. Ma chi è questo nuovo villain? Quali sono i suoi segreti? E quale piano si cela dietro le sue intenzioni? Pietro è il primo a intuirlo. “Sopox è la formula del gas nervino. Ecco perché aveva bisogno di un cromatografo. Questo pazzo si è messo a sintetizzare del gas nervino”, esclama alla fine di “Masterclass”, anticipando le mosse di Ad Honorem.

Oltre al produttore di smart drugs, ritroviamo il chimico Alberto, i due latinisti Mattia e Giorgio, l’antropologo impacciato Andrea, l’archeologo timido Arturo, l’economista avventato Bartolomeo, insieme al dottor Giulio, al professor Lucio e all’avvocato Vittorio. In un’inedita alleanza, la gang di ricercatori è costretta a collaborare con il loro eterno nemico, il boss malavitoso con una laurea in ingegneria navale, noto come “Er Murena”. Per salvare la città, dovranno superare le loro divergenze, anticipare le mosse di Mercurio e cercare di capire come neutralizzare l’attacco che il cattivo più pericoloso di tutti sta organizzando, un evento che coinvolgerà centinaia di persone.

Il film inizia la notte dell’incidente di Alberto, quando Walter Mercurio e i suoi due complici tendono un agguato a un furgone dell’università per rubare il cromatografo e portarlo nella base abbandonata di Civitavecchia, utilizzata per la produzione della droga.

Un anno dopo, Pietro Zinni è imprigionato a Regina Coeli e sta cercando in tutti i modi di convincere il magistrato che qualcuno ha sintetizzato il gas nervino grazie al cromatografo e che ora vuole usarlo per compiere una strage. Un giorno, in carcere, si presenta Alice Gentili, la giornalista che aveva scritto l’articolo che aveva smascherato la trattativa tra la banda dei ricercatori e la polizia. Alice racconta a Pietro di aver indagato sul tecnopolo abbandonato in cui lui e la sua banda erano stati sorpresi e arrestati per la produzione della droga Sopox, e di aver scoperto che alcuni anni prima era avvenuto un incidente in quel luogo, che aveva causato la morte di un ingegnere navale di nome Claudio Felici, ovvero il vero nome del criminale Murena, attualmente detenuto a Rebibbia in isolamento. Così, con l’aiuto dell’avvocato Vittorio, Pietro si fa trasferire a Rebibbia per parlare proprio con Murena e scoprire di più sull’incidente, al fine di comprendere chi ha prodotto il Sopox e, di conseguenza, il gas nervino.

A Rebibbia, Pietro viene assegnato come insegnante per i detenuti. Dopo due mesi, Murena esce dall’isolamento e, non appena scopre che Pietro Zinni lo sta cercando, lo attende fuori dalla sala delle visite, lo afferra e lo spinge in un angolo, armato di un rudimentale coltello, chiedendogli il motivo del suo interessamento (questa scena è collegata a quella mostrata all’inizio del film precedente della trilogia).

Quando Pietro spiega le ragioni del suo interesse, all’inizio Murena non vuole rivelare nulla, ma appena sente il nome di Walter Mercurio, dei ricordi profondi si risvegliano in lui e decide di narrare gli eventi precedenti.

La storia di Murena inizia circa quindici anni prima, quando il tecnopolo “Ettore Majorana” di Civitavecchia fu inaugurato. Dal suo racconto, scopriamo che i reparti attivi nel tecnopolo erano solamente il suo e quello di Walter Mercurio, che gestiva insieme alla sua collega e fidanzata Ginevra. Murena rivela che l’incidente è stato causato dai tagli alla sicurezza imposti dall’università, e in quell’incidente era morta la donna amata da Walter Mercurio, motivo per cui da allora cerca vendetta nei confronti del sistema. Inoltre, nel processo successivo, la colpa dell’incidente era stata attribuita interamente a Ginevra e, a causa di banali formalità, né Walter né Murena avevano ricevuto alcun risarcimento dall’assicurazione. Murena, nel corso dell’incidente, aveva riportato gravi ustioni al viso e al corpo ed era stato costretto a lasciare il proprio lavoro.

Durante un colloquio con la compagna di cella Giulia, Pietro scopre che Fabio, il nuovo fidanzato di lei, riceverà presto una laurea ad honorem in una grande cerimonia presso l’Università La Sapienza di Roma, alla quale parteciperanno importanti personalità del mondo dell’istruzione e della ricerca italiane. Capisce quindi che molto probabilmente Walter Mercurio intende utilizzare il gas durante quell’evento, e solo lui e la sua banda possono fermarlo. Vittorio riesce a radunare tutti i membri della banda nel carcere di Rebibbia, promettendo loro un accordo con il magistrato; da quel momento hanno solo 72 ore per sventare l’attentato. Riunita la banda, Pietro organizza l’evasione insieme a Claudio: durante lo spettacolo canoro annuale organizzato dal bizzarro direttore del carcere, la banda riesce a provocare un’esplosione nella sala computer del penitenziario e a fuggire attraverso un condotto sotterraneo utilizzato per far arrivare i cavi in fibra ottica nel carcere. Travestiti da frati, riescono ad abbandonare Rebibbia e a recarsi a La Sapienza, ma durante il viaggio in metropolitana, Claudio lascia la banda e segue la sua strada, ritenendo di aver concluso il suo compito.

Nel frattempo, la polizia viene informata della fuga della banda e il commissario Galatro organizza un’operazione di cattura. Tuttavia, l’ispettore Paola Coletti è l’unica che conosce davvero bene la banda e capisce che molto probabilmente gli evasi stanno puntando all’università. A La Sapienza, Pietro si separa dagli altri per parlare con Giulia, ma vede Walter Mercurio e decide di seguirlo. Si incrocia con Coletti e la convince a non arrestarlo, ma a aiutarlo a fermare l’attacco.

Intanto, il resto della banda capisce che il gas nervino si trova già nell’università, ma allo stato liquido, il che significa che può essere neutralizzato con idrossido di sodio. Dopo aver ottenuto la sostanza da un cadavere imbalsamato, Alberto inizia ad iniettarla nei contenitori d’acqua in cui si trova il gas, con l’aiuto di Coletti. Pietro, nel frattempo, incontra Walter Mercurio e cerca in ogni modo di convincerlo ad abbandonare il suo malvagio piano. Tuttavia, Mercurio è determinato a liberare il gas. Improvvisamente, arriva Claudio, deciso ad aiutare Pietro, ma Mercurio non dà ascolto nemmeno a lui e rivela l’esistenza di un contenitore nascosto, collegato alla rete elettrica. A questo punto, Pietro fa saltare il sistema elettrico, sfruttando un guasto nella sala che gli aveva causato problemi in passato quando era ancora un ricercatore, dando così ad Alberto il tempo di neutralizzare l’ultimo contenitore. Mercurio, furioso, cerca di uccidere Pietro, ma fortunatamente viene fermato da Coletti, che lo arresta.

Claudio se ne va e Pietro si prepara ad uscire dall’università quando incontra Giulia. I due si baciano, ma poi Giulia si allontana, lasciando intendere che non c’è più nulla tra loro. Pietro si riunisce con gli altri ricercatori e l’intera banda si allontana da La Sapienza per tornare al carcere entro le 24 ore previste dalla legge, prima di essere incriminati per evasione. Nel finale, vediamo due giovani che assomigliano a Pietro e Alberto (gli stessi ragazzi che in metropolitana avevano convinto Claudio a cambiare idea e a fermare Walter), all’ingresso dell’università, chiedendosi cosa faranno una volta laureati, e si rispondono che troveranno qualcosa da inventarsi, lasciando così la conclusione della storia aperta all’interpretazione dello spettatore.

  • Titolo Originale: Smetto quando voglio – Ad Honorem
  • Genere: Commedia
  • Durata: 1h 40m
  • Anno: 2017
  • Paese: Italia
  • Regia: Sydney Sibilia
  • Cast: Edoardo Leo, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Marco Bonini, Rosario Lisma, Giampaolo Morelli, Peppe Barra, Greta Scarano, Luigi Lo Cascio, Valeria Solarino, Neri Marcorè

GUARDA IL TRAILER

<>
Fai una donazione