Il 7 febbraio ricorre in Italia la Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo, un’importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste forme di violenza molto diffuse soprattutto tra i giovani. Il bullismo è una forma di violenza che può manifestarsi sia in ambito fisico che psicologico e che spesso si ripete nel tempo. Le vittime del bullismo, che di solito sono adolescenti e bambini, trasportano i segni di questa violenza per molti anni. Il cyberbullismo invece è una forma di bullismo che si svolge online e che ancora una volta colpisce i soggetti vulnerabili, ma che può coinvolgere anche gli adulti. In questa giornata è importante riflettere sulle conseguenze del bullismo e del cyberbullismo e sul ruolo che ognuno di noi può giocare per prevenirli e contrastarli.
Giornata nazionale contro il bullismo e cyberbullismo: quando ricorre
Il 7 febbraio, in tutta Italia, si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. Questa importante iniziativa è stata istituita nel 2017 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e rappresenta un’occasione importante per sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che sta diventando sempre più diffuso.
Moltissimi istituti scolastici hanno aderito a questa importante campagna sociale. Il simbolo ufficiale dell’iniziativa è “Un Nodo Blu”, che vuole ricordare a tutti noi l’importanza di non dimenticare la vasta piaga sociale che sta colpendo il mondo intero, in modo particolare nei paesi ad alto reddito.
Il bullismo e il cyberbullismo sono una vera e propria emergenza educativa e sociale. Dalle statistiche emerge che, purtroppo, il fenomeno sta interessando sempre più giovani in età scolare, con conseguenze spesso drammatiche che possono arrivare sino al suicidio. È dunque fondamentale affrontare in modo determinato e coordinato il problema, coinvolgendo ogni ambiente, dalla scuola alle famiglie, dalle istituzioni ai media.
La Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo è un’occasione per fare squadra contro questo fenomeno odioso, sensibilizzando l’opinione pubblica e promuovendo una cultura della non violenza, del rispetto e della convivenza civile. Promuoviamo insieme la cultura dell’empatia e della condivisione, verso una società in cui l’inclusione e il dialogo siano sempre al centro.
Da dove nasce la giornata contro il bullismo e il cyberbullismo
La giornata contro il bullismo e il cyberbullismo rappresenta un importante momento di riflessione sull’impatto che questi fenomeni possono avere sulla vita di giovani e adolescenti in tutto il mondo. L’UNESCO stessa riconosce che atti di bullismo e cyberbullismo rappresentano una palese violazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti in termini di istruzione e benessere psicofisico. Per questo motivo, il 1° giovedì di novembre di ogni anno è stato proclamato come giornata internazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, allo scopo di promuovere azioni concrete contro questa piaga sociale.
Il bullismo e il cyberbullismo infatti costituiscono una minaccia sempre più frequente per le giovani generazioni, causando traumi psicologici, difficoltà di apprendimento e spesso persino gravi conseguenze fisiche. La crescente diffusione di tali comportamenti negativi rappresenta un campanello di allarme che impone un intervento urgente e il coinvolgimento di tutte le parti interessate per prevenire, combattere e debellare il fenomeno.
In questo contesto, la Giornata Internazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo rappresenta un’occasione importante per sensibilizzare la società e per promuovere la cultura della legalità e del rispetto reciproco, incentivando modalità di comunicazione sane e costruttive all’interno della comunità scolastica e in generale della società.
Cos’è il bullismo: le forme e le conseguenze psicologiche dei bulli sulla società
Il bullismo è una forma comportamentale sociale sempre più diffusa, che ha conseguenze psicologiche notevoli sulla società. Il bullying (in inglese) consiste in atti intenzionalmente violenti e ripetuti nei confronti di soggetti che non sono in grado di difendersi. Le vittime del bullismo spesso vivono in un clima di paura costante, incapaci di far cessare gli atti intimidatori o aggressivi, perpetrati da uno o più soggetti.
Quali sono le forme di bullismo?
Il bullismo è una forma di violenza che può manifestarsi in vari modi, che vanno dalla molestia verbale e fisica al plagio, alla discriminazione razziale o di tipo religioso. I bulli possono scegliere di mettere in evidenza un difetto fisico, il modo di vestire o addirittura scimmiottare il modo di parlare di una persona, con l’intento di deriderla. Spesso i bulli inventano e diffondono anche falsità su una persona, ignorando le conseguenze emotive che questa scelta può comportare nella mente della vittima. In alcuni casi, i bulli possono arrivare addirittura a minacciare i compagni della vittima con l’intento di isolare la persona e fargli perdere ogni appoggio sociale. Questi sono solo alcuni esempi delle svariate forme di bullismo che possono essere messe in atto, ma il potenziale per infliggere danno ad una persona è sempre presente.
È importante sottolineare come le vittime di bullismo possano subire danni irreversibili a livello psicologico, andando incontro ad ansia, depressione, problemi di fiducia in se stessi e persino al suicidio. I bambini coinvolti in episodi di bullismo sono spesso portati a non segnalare l’abuso di cui sono vittime, per paura di subire ulteriori ritorsioni o per vergogna. Tuttavia, è importante che le vittime o chiunque sia a conoscenza dell’episodio di bullismo ne informino immediatamente gli adulti senza esitare.
È necessario che i genitori e gli educatori siano in grado di riconoscere i segni del bullismo e di intervenire nel modo corretto. Aprire un dialogo con i bambini è di fondamentale importanza per prevenire e contrastare il bullismo e per offrire un supporto morale ai bambini coinvolti. Promuovendo il rispetto per gli altri, i sentimenti e le idee degli altri, e incoraggiando la gentilezza e la tolleranza, è possibile creare un ambiente scolastico e sociale più sicuro e inclusivo per tutti.
Conseguenze psicologiche dei bulli sulla società come concreta minaccia alla salute pubblica
Il bullismo è un comportamento sociale inaccettabile che può avere gravi ripercussioni sulla salute pubblica. In particolare, i bulli possono causare danni gravi e duraturi al benessere psicologico delle vittime. I bambini esposti al bullismo rischiano di sviluppare problemi di ansia e dell’umore, comportamenti autolesionistici, deficit dell’attenzione e disturbi del comportamento. Inoltre, possono verificarsi anche casi più gravi, come la mancanza di fiducia in se stessi e i pensieri suicidi.
La terribile realtà è che molte persone vittime di bullismo durante l’adolescenza possono subire le conseguenze dell’esperienza per tutta la vita. In effetti, queste persone sono più inclini a sviluppare disturbi legati all’abuso di alcool e di sostanze psicoattive da adulti.
Secondo i dati dell’ONU, un bambino su tre tra i 13 ei 15 anni, ovvero 246 milioni di bambini nel mondo, ha subito almeno una volta il bullismo. Questa è una statistica estremamente preoccupante, che sottolinea l’importanza di sensibilizzare il pubblico su questa forma di violenza e di promuovere ulteriori iniziative per prevenire il bullismo e proteggere le vittime.
Cyberbullismo: fare i bulli online è la nuova frontiera
Il cyberbullismo è un fenomeno che colpisce non solo gli adolescenti, ma anche gli adulti. Con l’avvento dei social media e delle nuove tecnologie, fare i bulli online è diventato la nuova frontiera del bullismo. A differenza del bullismo tradizionale, il cyberbullismo non si limita a un luogo o a un orario specifico, ma è sempre presente online e non dà tregua alle vittime. Inoltre, grazie all’anonimato garantito da molti siti mediatici, i bulli possono nascondersi dietro uno pseudonimo e continuare a tormentare le loro vittime senza paura di essere identificati. È importante ricordare che spesso anche coloro che condividono post o video in cui si esercita il cyberbullismo diventano complici dei bulli e contribuiscono a diffondere odio e violenza online.
Il cyberbullismo può avere conseguenze devastanti sul benessere psicologico e fisico delle vittime. Le persone che subiscono il bullismo online possono provare ansia, depressione e altri disturbi psicologici, che possono influire sulla loro vita quotidiana e sulle loro relazioni personali. Inoltre, il cyberbullismo può avere anche effetti fisici, come mal di testa, insonnia e disturbi alimentari. È importante che le vittime si sentano sostenute e aiutate e che il bullismo online sia condannato dalla società nel suo insieme.
Per combattere il cyberbullismo, è necessario agire a diversi livelli. Gli insegnanti e i genitori devono educare i ragazzi e i bambini all’uso responsabile dei social media e alla tolleranza zero contro ogni forma di bullismo. Le autorità devono garantire che ci siano leggi e norme che puniscano i bulli online e che le vittime possano avere accesso a supporto psicologico e giuridico. Inoltre, anche noi come singoli utenti possiamo fare la nostra parte, impegnandoci a non diffondere messaggi di odio e a denunciare ogni comportamento che possa essere considerato cyberbullismo. Solo lavorando insieme possiamo contrastare efficacemente questo fenomeno e costruire un ambiente online più sano e rispettoso per tutti.
Perché il cyberbullismo è più diffuso e più pericoloso del bullismo
Il cyberbullismo è più diffuso e più pericoloso del bullismo perché è uso comune portare con sé lo smartphone in ogni momento e in ogni luogo. Dunque, contrariamente al bullismo avviene anche fuori dagli impegni scolastici e si diffonde molto di più con conseguenze più incisive.
Per “cyberbullismo” si intende ogni forma di molestia, ricatto, sottrazione e diffusione di dati personali, immagini o video, furto d’identità, ingiuria, aggressione e diffamazione che avviene tramite il web. Purtroppo su internet questi comportamenti hanno maggiore risonanza e sono complicati da bloccare in solitaria, soprattutto se si è ragazzi in tenera età. Per questo ci si deve rivolgere a qualcuno che possa essere di concreto aiuto, come un genitore per un figlio o gli organi competenti per un adulto in difficoltà. Il problema è che più del 50% delle vittime sia del bullismo che del cyberbullismo non riesce a trovare il coraggio di denunciare i propri aguzzini e non trovando vie d’uscita spesso accade che arrivino a commettere gesti estremi pur di far cessare il proprio tormento.
Come combattere il bullismo e il cyberbullismo a livello nazionale
Il bullismo e il cyberbullismo devono essere combattuti perché nocivi per la società passata, attuale e futura, ne è la prova la vicenda del suicidio di due giovani studenti norvegesi avvenuto negli anni ’70. Questi giovani, si suicidarono perché furono vittime di bullismo da parte di alcuni loro coetanei, e sconvolse la comunità; da allora le istituzioni, che affidarono da subito le indagini al Professor Dan Olweus, pioniere in quest’ambito, studiano il bullismo e le sue evoluzioni. Le istituzioni hanno scoperto che questo strano comportamento sociale può profondamente minare il sistema economico, educativo, sociale, e giudiziario di un Paese e del mondo. Ecco perché oggi si studia sia il bullismo sia il cyberbullismo in ogni parte del globo e sono numerosissimi gli scienziati e psicologi che vi si dedicano con la collaborazione di genitori, insegnanti, pediatri, associazioni governative e non, come l’UNICEF o il telefono azzurro (in Italia) e l’ONU.
Praticamente, il bullismo e il cyberbullismo sono comportamenti sociali che colpiscono tutti noi, anche in Italia, dove per primi abbiamo approvato una legge a supporto della lotta contro il cyberbullismo. Si tratta della legge 29 Maggio 2017 n.71, entrata in vigore il 18 giugno 2017 la quale esprime che “si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche”.
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