Il presidente turco Erdogan ha aperto le frontiere permettendo a un numero importante di migranti di dirigersi verso l’Europa senza controllo. Erdogan aveva stretto anni fa’ un accordo con i tedeschi: Trattenere i migranti siriani in Turchia è costato 3 miliardi di euro finora alla Germania. Adesso che questo accordo è terminato, Erdogan ha minacciato l’UE di aprire le frontiere ai migranti, non l’hanno assecondato perciò lui l’ha fatto. Ora Erdogan dice all’UE: “Mi avete sottovalutato”.
Erdogan ricatta l’Unione Europea: Facciamo il punto
Erdogan ricatta l’Unione Europea – L’antico continente, l’Unione Europea, è la meta preferita di milioni di migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente. Queste popolazioni tentano in ogni modo, ad ogni ora e con ogni mezzo di entrare clandestinamente in UE. Erdogan, il presidente della Turchia, è molto utile all’Europa, perché si occupa di trattenere e gestire i flussi migratori provenienti dal Medio Oriente.
Questa qualità di Erdogan è molto cara all’Europa, nel senso che è strettamente necessaria e quindi viene pagata miliardi. Erdogan sfrutta a suo favore il ruolo che ricopre per l’Unione Europea chiedendo sempre di più all’Europa per il lavoro di contenimento migratorio che quotidianamente svolge.
Erdogan ricatta l’Unione Europea: Trattenere i migranti costa miliardi
Erdogan ricatta l’Unione Europea – Se fino a qualche mese fa’ trattenere i migranti costava solo un miliardo l’anno, adesso costa anche di più. Erdogan ricatta l’Unione Europea e alza la posta rifiutando l’offerta da un miliardo di euro l’anno.
Erdogan va fiero del suo gesto e non tenta in alcun modo di nasconderlo: “L’Europa ci ha sottovalutato – ha dichiarato Erdogan al quotidiano turco Hurriyet – Avevamo detto che avremmo aperto le porte ma ci hanno sottovalutato. Quando è successo, il telefono ha cominciato a squillare”.
Trattativa tra Unione Europea e Erdogan: Ecco cosa sta succedendo
Erdogan ricatta l’Unione Europea – “Il riferimento è ai proclami enunciati nei giorni scorsi da Ankara, secondo cui adesso il governo non tratterà più i migranti che vogliono andare in Europa. E questo perché, secondo lo stesso Erdogan, il vecchio continente è stato reo di non essersi completamente schierato dalla sua parte nell’ambito della battaglia di Idlib“, spiega Il Giornale.
“Qui, in questa che costituisce l’ultima provincia siriana ancora fuori dal controllo del presidente Bashar Al Assad, nei giorni scorsi sono morti più di 30 soldati turchi entrati in territorio siriano per dar manforte ai gruppi islamisti rivali dell’esercito di Damasco. Da allora, il sultano ha iniziato una rappresaglia contro i soldati siriani mentre dall’Europa ha chiesto maggior sostegno anche in virtù dell’appartenenza della Turchia alla Nato“. Insomma sono una serie di cose che hanno suscitato in Erdogan il desiderio di aumentare il costo del suo lavoro di contenimento migranti.
Il Giornale continua spiegando che Erdogan non ha ceduto verso l’UE. “Circostanza questa non avvenuta, da qui la minaccia intentata da Erdogan sul fronte migratorio: via i controlli, stop al mantenimento dei profughi all’interno del suo paese. In poche ore, le frontiere con la Grecia sono diventate autentici campi di battaglia con l’esercito ellenico che anche in queste ore sta provando a respingere l’immensa pressione migratoria improvvisamente arrivata lungo i suoi confini sia marittimi che terrestri. Una situazione difficile per Atene e che ha iniziato a preoccupare Bruxelles“, ed ecco perché il telefono di Erdogan squilla tanto in queste ore.
Il ricatto di Erdogan sta funzionando
Erdogan ricatta l’Unione Europea – Purtroppo da come riferisce Il Giornale il ricatto di Erdogan starebbe avendo successo. “La sua strategia, secondo l’ottica di Ankara, starebbe pagando. Agitare lo spettro dei migranti ha dimostrato, ancora una volta, quanto sia ricattabile l’Ue sotto questo profilo e quanto Erdogan, da qui in avanti, continuerà ancora a far riferimento ai profughi per raggiungere i propri scopi”, conclude il quotidiano. Una visione davvero triste di quello che sarà d’ora in avanti la trattativa UE-TURCHIA.
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