Febbre del Nilo Occidentale (West Nile Fever) è una malattia del virus West Nile isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda nell’omonimo distretto. Il West Nile Virus (Wnv) è presente naturalmente in uccelli selvatici ed è trasmesso all’uomo tramite punture di zanzara da cui scatta l’infezione. Ogni anno in Italia ci sono contagi di febbre West Nile ed è opportuno sapere come prevenire l’infezione e riconoscere la sintomatologia. E’ determinante per la diagnosi della febbre del Nilo in Italia ripetere i test diagnostici in quanto i tempi di incubazione sono abbastanza lunghi.
Cos’è la Febbre del Nilo Occidentale
La Febbre del Nilo Occidentale o West Nile Fever è una malattia provocata dal virus West Nile, della famiglia dei Flaviviridae, scoperto in Uganda nel 1937. Il nome del virus prende il nome dal distretto in cui è stato isolato la prima volta quasi un secolo fa’.
Il virus West Nile circola in tutti i continenti, infatti “è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America”, così riporta l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Febbre del Nilo in Italia e nel mondo
Tristemente dobbiamo riconoscere che è una vera sfortuna avere diffuso la Febbre del Nilo Occidentale in tutto il mondo e anche in Italia. Tuttavia c’era poco da fare, infatti proprio come dice Bill Gates nel suo blog “esistono più di 2500 specie di zanzare e sono state trovate in ogni parte del mondo eccetto che in Antartide”. Dove ci sono zanzare è possibile essere contagiati dalla West Nile Fever, ecco perché bisogna conoscere a cosa si va potenzialmente incontro.
E’ del 19 agosto 2020 la notizia che a Lodi in Italia ci sono 10 casi accertati di Febbre del Nilo Occidentale.
Come avviene il contagio
La trasmissione della Febbre del Nilo Occidentale è prevalentemente dovuta alle punture di zanzara, ma ci sono casi documentati di altre tipologie di contagio. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) spiega che “altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono: trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette.”
Si legge dal sito ufficiale dell’ISS che il virus West Nile infetta anche altri mammiferi, dunque non solo l’uomo, ma anche cani, gatti, conigli e altri animali, anche se con maggiore aggressività infetta gli equini.
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Febbre West Nile: Incubazione, sintomi e diagnosi
Il periodo di incubazione, dal momento della puntura di una zanzara infetta all’insorgenza della sintomatologia leggera o acuta che sia, varia tra i 2 e i 14 giorni. Il periodo di incubazione può durare anche 21 giorni nelle persone immunodepresse, ossia con deficit a carico del sistema immunitario.
Sintomatologia
C’è di buono che la maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Tra quelli che invece manifestano dei sintomi il 20% se la cava con sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea e vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. In questo caso la sintomatologia si risolve nel giro di qualche giorno o al massimo di qualche settimana. Varia molto a seconda dell’età della persona contagiata dalla Febbre del Nilo Occidentale:
- Nei bambini si manifesta una febbre leggera;
- Nei giovani invece la febbre è medio-alta associata as occhi arrossati, mal di testa e dolori muscolari;
- Negli anziani e nelle persone debilitate i sintomi sono più acuti: febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni. Si può arrivare alla paralisi, al coma e nell’1% di questi casi davvero gravi la sintomatologia sfocia in un’encefalite letale.
Diagnosi
Seguendo le informazioni riportate dall’ISS la diagnosi avviene tramite dei test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero o su fluido cerebrospinale per la ricerca degli anticorpi IgM. Questo tipo di anticorpi restano a lungo nei malati (fino a un anno) e l’esito del test può rivelare anche un’infezione pregressa.
Può capitare invece che se si effettuano i test entro 8 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi della Febbre del Nilo Occidentale (West Nile Fever) i risultati possono essere negativi. Per questo motivo i test si ripetono più volte a distanza di tempo prima di escludere la malattia.
La diagnosi può essere anche effettuata attraverso PCR o Coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.
Si può prevenire o curare la Febbre del Nilo?
Si può prevenire la Febbre del Nilo Occidentale? Non esiste un vaccino per il virus West Nile, tuttavia gli esperti consigliano di prevenire il contagio in diversi modi pratici, ossia:
- mettendo zanzariere a porte e finestre di casa,
- eliminando i ristagni d’acqua circostanti la propria abitazione e
- cambiando spesso l’acqua per gli animali, infine usando repellenti e
- indossando camicie o pantaloni lunghi quando si esce soprattutto all’alba e al tramonto.
Non esiste un vaccino né una cura per la Febbre del Nilo Occidentale, ecco perché: se la sintomatologia è lieve non si interviene perché i sintomi vanno via da soli entro qualche giorno; se invece i sintomi sono gravi e acuti è necessario il ricovero ospedaliero dove somministrano fluidi intravenosi e intervengono con la respirazione assistita ma non si può fare di più.
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