Il Fuoco di Sant’Antonio è il nome popolare usato per chiamare la malattia infettiva della pelle “varicella” dal nome di Herpes Zoster. Infatti si tratta della riattivazione dello stesso virus della pelle che causa la varicella da cui il nome del Virus Varicella-Zoster (VZV). La varicella è tipica dei bambini mentre il fuoco di Sant’Antonio colpisce le persone adulte e soprattutto anziane con un sistema immunitario debole. In questo articolo vi mostriamo di cosa si tratta e oltre alle cure e i trattamenti validi per l’Herpes Zoster, il vaccino che lo previene.
Fuoco di Sant’Antonio: Contagio
Fuoco di Sant’Antonio – L’infezione primaria o contagio del virus varicella-zoster (VZV) si presenta come varicella in età pediatrica. L’infezione primaria si presenta solo una volta. La varicella fa comparire le vescicole pruriginose ma c’è l’eventualità che la malattia infettiva decorre in modo asintomatico, seppur raramente.
Perché si chiama Fuoco di Sant’Antonio?
Perché si chiama Fuoco di Sant’Antonio questa malattia così simile alla varicella? Si chiama Fuoco di Sant’Antonio perché questo è il Santo protettore del fuoco; il fuoco richiama il bruciore ardente delle vescicole.
La riattivazione dell’infezione latente
Dopo il contatto primario con il virus varicella zoster il sistema immunitario crea anticorpi specifici per neutralizzare il virus che viene quasi del tutto eliminato.
Gli anticorpi che combattono il virus VZV si schierano nelle file del sistema immunitario, ma quello che è sopravvissuto del virus resta latente (nascosto) nei gangli sensitivi del midollo spinale e/o dei nervi cranici. Il virus può restare lì anche per tutta la vita senza mai riattivarsi ma non perde la speranza: è sempre in attesa che il sistema immunitario faccia cilecca indebolendosi.
Se hai già sviluppato una volta il Fuoco di Sant’Antonio non vuol dire che non potrà più riattivarsi il virus varicella zoster. Questo perché l’aver già sviluppato l’Herpes Zoster non protegge in alcun modo da successive riattivazioni.
Il Fuoco di Sant’Antonio è contagioso?
Sì, una paziente con Fuoco di Sant’Antonio può contagiare altre persone ma solo se non hanno mai avuto la varicella o non sono stati vaccinati per questa malattia. Il contagiato svilupperà la varicella, perché è il primo contatto con il virus VZV. Non esiste rischio di contagio tra individui già colpiti dalla varicella.
Il virus è maggiormente contagioso nei giorni di formazione delle vescicole e poi quando queste si rompono diventano vere e proprie lesioni cutanee. L’herpes zoster non è più contagioso quando le lesioni si iniziano a rimarginare e si formano le croste.
Fuoco di Sant’Antonio: Cause
La causa dell’Herpes Zoster è l’indebolimento delle difese immunitarie. I fattori di rischio sono: età anziana, stress o qualsiasi altro fattore in grado di ridurre le difese immunitarie dell’organismo.
Il Virus Varicella-Zoster si manifesta per la prima volta sviluppando la malattia nota come Varicella, comunemente associata ai bambini. Quando cresciamo le nostre difese immunitarie non riescono ad eliminare il virus che resta latente nascosto nei nervi. Il virus VZV è in attesa di riattivarsi e quando ci facciamo vecchi, oppure le nostre difese immunitarie si indeboliscono il virus si riattiva e causa il Fuoco di Sant’Antonio.
Sintomi iniziali e Complicanze
Quali sono i sintomi iniziali del Fuoco di Sant’Antonio? I sintomi iniziali sono:
- sfoghi cutanei: macchie rosse, vescicole o bolle
- dolore intenso e prurito costante
Il dolore a volte inizia prima che appaiano le macchie. L’Herpes Zoster colpisce maggiormente il corpo, ma se attacca anche la zona viso, in particolare la zona occhi bisogna contattare subito il medico.
Tra le complicanze troviamo:
- Herpes zoster oftalmico: il fuoco di sant’antonio coinvolge anche il contorno occhi e se non si ricorre subito a un trattamento specifico la vista può subire gravi conseguenze.
- Nevralgia post-erpetica: anche dopo che le macchie e le lesioni cutanee sono sparite del tutto rimane il dolore intenso. Si tratta di una complicanza grave, invalidante e difficile da trattare.
Trattamento e Vaccino
Il trattamento del Fuoco di Sant’Antonio consiste nell’assunzione di farmaci analgesici e antinfiammatori. Prima si somministrano i farmaci e meno grave si manifesterà la malattia, inoltre la durata dei sintomi sarà più breve.
Per i soggetti più a rischio come gli anziani è disponibile un vaccino che previene la comparsa del Fuoco di Sant’Antonio (o Herpes Zoster) e le relative complicanze.
Fuoco di Sant’Antonio: Fattori di Rischio
Quali sono i Fattori di Rischio e l’epidemiologia dell’Herpes Zoster? Ecco un po’ di numeri per darvi un’idea della diffusione della malattia e della probabilità di essere colpiti da essa;
- Il 90-95% delle persone si ammala di varicella; di queste solo il 10-20% soffre del Fuoco di Sant’Antonio.
- L’Herpes Zoster è una malattia tipica degli anziani; 2 casi su 3 coinvolgono persone over 50.
- Chi non ha mai avuto la varicella non potrà mai avere il fuoco di sant’Antonio; al contrario, chi è stato contagiato dalla varicella rischia la riattivazione del Virus VZV e di soffrire di Herpes Zoster in età avanzata.
L’organismo è protetto dalle difese immunitarie ma i fattori di rischio che ci possono causare il Fuoco di Sant’Antonio sono diversi:
- Esposizione intensiva ai raggi solari.
- Vecchiaia.
- Malattie come l’AIDS.
- L’uso prolungato di farmaci del tipo corticosteroidi o immunosoppressori (che sopprimono il sistema immunitario).
- Stress psicofisico severo.
- Radioterapia e Chemioterapia (danneggiano in parte i meccanismi di difesa contro le infezioni).
Fuoco di Sant’Antonio: Sintomi
Il sintomo principale del fuoco di Sant’Antonio è la comparsa di uno sfogo cutaneo doloroso e che prude. Lo sfogo consiste nella formazione di macchie rosse, piane o in rilievo che si trasformano presto in vescicole o bolle. Le vescicole si formano per 5 giorni poi diventano pustole, perché si riempiono di pus e formano delle croste.
Ci sono anche altri sintomi che accompagnano lo sfogo cutaneo:
- Dolore severo e localizzato. I pazienti lo descrivono come un dolore pulsante, acuto, che brucia, lancinante, che trafigge come se un ago bucasse la pelle.
- Prurito e formicolii locali.
- Febbre nella fase di eruzione delle vescicole.
- Senso di malessere generale.
- Brividi.
- Mal di testa.
- Intolleranza alla luce.
- Mal di stomaco.
A volte si percepisce un dolore alla parte sinistra del petto come se si trattasse di un dolore di origine cardiaca ma è dovuto alle vescicole.
In casi rari questa malattia infettiva causa anche una paralisi motoria nell’area di distribuzione dei nervi interessati dal virus VZV.
Fase Prodromica
Lo sfogo cutaneo del Fuoco di Sant’Antonio è preceduto da una fase “prodromica” che dura 2 o 3 giorni. Nella fase prodromica in alcuni punti la pelle si arrossa e viene un leggero intorpidimento che causa senso di formicolio, lì è dove usciranno le vescicole. La fase prodromica può iniziare anche due settimane prima della comparsa delle prime lesioni cutanee.
Durante questa fase può manifestarsi un forte dolore addominale grave e localizzato se non si sviluppano subito le lesioni tipiche del virus VZV. In questo caso bisogna aspettare qualche giorno.
Quanto dura il Fuoco di Sant’Antonio?
La malattia infettiva dell’Herpes Zoster dura 7-10 giorni a partire dalla comparsa delle vescicole, a questo punto si rompono e formano le croste.
Avviene una desquamazione spontanea nell’arco di altri 10 giorni e nel giro di un mese la pelle torna integra. Possono restare lievi cicatrici e la pigmentazione della pelle nei punti interessati dal virus può cambiare.
Fuoco di Sant’Antonio: Foto
Queste sono due foto di manifestazioni cliniche di herpes zoster alle spalle e alla schiena:
La visione delle foto del fuoco di Sant’Antonio non sono adatte a persone particolarmente sensibili.
Localizzazione delle Lesioni cutanee
Dove si sviluppano le lesioni cutanee? Nel 60% dei casi le lesioni cutanee del Fuoco di Sant’Antonio sono situate sul torace e lungo le coste, ma possono comparire anche in altre zone. Tendenzialmente l’herpes zoster si manifesta lungo il corso del ramo dei nervi in cui il virus si era rifugiato e questo varia da persona a persona. L’herpes zoster oftalmico (che esplode in viso) si verifica solo nel 10-20% dei casi.
Fuoco di Sant’Antonio: Complicanze gravi
Le complicanze gravi che si verificano dopo l’Herpes Zoster o Fuoco di Sant’Antonio sono:
- Nevralgia Post-Erpetica.
- Cecità, dovuta a cheratite, ulcerazione della cornea o necrosi retinica acuta.
- Infezioni polmonari.
- Mielite.
- Meningite asettica.
- Meningoencefalite.
- Ictus.
La complicanza più comune e più grave dell’Herpes Zoster è la nevralgia posterpetica. Che cos’è la nevralgia post-erpetica? Si tratta un dolore cronico neuropatico che si presenta a un mese dalla guarigione delle lesioni cutanee e può durare mesi o persino anni. Gli anziani sono maggiormente a rischio di sviluppare questa complicanza.
Un’altra complicanza grave è dovuta dall’Herpes Zoster Oftalmico, ovvero quando il Fuoco di Sant’Antonio interessa l’occhio: se non si interviene con la giusta terapia porta alla cecità. Il 50-72% dei pazienti con HZO vengono colpiti dalla cheratite che può diventare un ulcerazione della cornea o necrosi retinica acuta, niente di buono insomma.
I soggetti immunocompromessi invece possono sviluppare infezioni polmonari e l’interessamento del sistema nervoso centrale (SNC) che comporta mielite, meningite asettica e meningoencefalite.
Il Fuoco di Sant’Antonio e il Rischio di Ictus
Il Fuoco di Sant’Antonio è stato messo in relazione ad un aumento pari al 30% del rischio di Ictus nell’arco dell’anno successivo la malattia. I pazienti con Herpes Zoster Oftalmico, il rischio ad un anno è di 3-5 volte maggiore rispetto ai controlli.
Fuoco di Sant’Antonio: Cure e Trattamento
Il trattamento del Fuoco di Sant’Antonio deve ridurre il dolore perciò si usano farmaci antinfiammatori e analgesici.
Come si trattano le lesioni cutanee? Devono essere tenute sempre pulite e asciutte per evitare che si sovrappongono le infezioni batteriche della cute. Se le lesioni cutanee vengono trattate con il bendaggio questo deve essere morbido e non aderente, deve servire a proteggere il contatto tra le lesioni e gli indumenti.
Si possono assumere farmaci antivirali specifici per ridurre l’incidenza dei sintomi e la durata dell’herpes zoster ma vanno assunti due o tre giorni prima della comparsa delle vescicole.
La nevralgia post-erpetica invece va trattata come un dolore neuropatico: con antidepressivi, antiepilettici, oppioidi, neurolettici e agenti topici.
Prevenzione del Fuoco di Sant’Antonio: il Vaccino Zostavax
Il vaccino Zostavax ® è stato sviluppato proprio per la prevenzione del Fuoco di Sant’Antonio e della Nevralgia Post-Erpetica. La vaccinazione è consigliata ai soggetti ad alto rischio, come gli anziani, e recidivi; questo vaccino ha ridotto l’incidenza della malattia Herpes Zoster del 51,3% e della nevralgia del 66,5%.
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