La trombosi è la terza malattia cardiovascolare più comune, si parla di trombosi venosa profonda quando il sangue si coagula sviluppando un trombo in una gamba, o in un altro punto lontano dal cuore. L’embolia polmonare è collegata alla trombosi venosa profonda quando il trombo si rompe immettendo nella circolazione sanguigna un embolo, ossia una massa anomala insolubile, che arriva ai polmoni tappando le arterie polmonari e impedendo la respirazione. Andiamo nel dettaglio della trombosi venosa profonda scoprendo quali sono i sintomi, le cause e i fattori di rischio, e quali sono invece i sintomi dell’embolia polmonare; infine tratteremo anche il tema “trombosi e vaccino Astrazeneca” rivelando le ultime scoperte scientifiche.
Trombosi, trombo ed embolo: cosa c’è da sapere
La trombosi è una malattia che può portare a gravi conseguenze per la salute. Si verifica quando il sangue si accumula e si coagula all’interno di un vaso sanguigno. Ci sono diversi fattori che possono portare alla formazione di trombi, come scarsi movimenti o un’immobilità prolungata. Di solito la trombosi si verifica nelle parti più lontane dal cuore, dove la circolazione sanguigna è più lenta.
L’embolo è un’altra condizione medica che può essere molto pericolosa. Si verifica quando una massa insolubile circola nel sangue e si immette in un’arteria o in una vena di dimensioni simili, bloccando il flusso sanguigno. L’embolo può essere un pezzo di trombo che si è staccato o altre sostanze come bolle d’aria o cristalli di colesterolo.
È importante sapere come prevenire la trombosi e l’embolo. Un’attenzione particolare deve essere prestata ai vietati di rischio, come l’obesità, il fumo, una vita sedentaria e la presenza di malattie croniche. Altri fattori come l’età avanzata, la gravidanza e la somministrazione di farmaci di qualsiasi tipo possono anche aumentare il rischio di sviluppare queste condizioni mediche gravi.
Per prevenire la trombosi e l’embolo, è importante adottare uno stile di vita sano e attivo, staccarsi dalla sedentarietà e fare esercizio fisico regolarmente. Inoltre, è importante informare il proprio medico di base sulla presenza di eventuali fattori di rischio o disturbi che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare queste condizioni. La prevenzione è fondamentale per evitare complicanze e migliorare la salute in generale.
Esistono diversi tipi di trombosi, a seconda del vaso sanguigno in cui il trombo va a fare da tappo, ad esempio:
- Trombosi Polmonare: quando un trombo occlude le arterie polmonari bloccando il passaggio del sangue e impedendo così la respirazione.
- Trombosi Cerebrale: in questo caso il trombo occlude le arterie cerebrali, bloccando il passaggio del sangue le cellule nutrite da quell’arteria subiscono un’infarto e vanno incontro a necrosi.
- Trombosi Emorroidaria: è una condizione piuttosto comune, il trombo, ossia il coagulo di sangue, blocca l’afflusso ai vasi sanguigni che irrorano le emorroidi.
- Trombosi Portale o Addominale: il trombo in questo caso rappresenta un’ostruzione o un restringimento della vena porta, il vaso sanguigno che porta il sangue dall’intestino al fegato, è una condizione più rara.
Cause e Fattori di rischio della Trombosi
Le cause della formazione di un trombo sono da attribuire a tre fattori concomitanti che costituiscono la Triade di Virchow ossia tre condizioni che si presentano nello stesso momento originando la trombosi venosa profonda:
- Danno endoteliale; è una lesione dei vasi sanguigni che innesca la coagulazione di solito causata da un trauma fisico, ipertensione, esposizione a radiazioni, infiammazione, alterazione metabolica.
- Alterazioni del flusso ematico, a seconda che il flusso scorra molto lentamente (stasi del flusso ematico) o in modo caotico (turbolenza del flusso ematico); queste alterazioni sono causate da aneurismi, infarto acuto del miocardio, anemia falciforme, inattività fisica prolungata, gravidanza.
- Ipercoagulabilità o trombofilia; indica qualsiasi alterazione, anomalia o difetto della coagulazione che predispone chi ne è affetto alla formazione anomala di trombi. L’ipercoagulabilità può essere un’anomalia congenita o acquisita, quest’ultimo caso riguarda ad esempio fumatori, malati di tumore, soggetti obesi, donne con un’incremento dei livelli di estrogeni, soggetti con sindrome trombocitopenia indotta da eparina.
La Trombosi è una malattia che può colpire chiunque, ma alcune persone sono più suscettibili di svilupparla rispetto ad altre. Tra i fattori di rischio della trombosi più comuni ci sono il fattore congenito e il fattore di stasi.
Il fattore congenito si riferisce alla predisposizione genetica alla Trombosi. Se ci sono parenti che hanno avuto la Trombosi, ci sono maggiori probabilità che anche voi sviluppiate la malattia. Pertanto, è importante controllare attentamente lo stato di salute se si ha una storia familiare di Trombosi.
Il fattore di stasi, invece, riguarda le persone che fanno poca o nessuna attività fisica, come ad esempio coloro che trascorrono molte ore seduti alla scrivania o che conducono uno stile di vita sedentario. Inoltre, le persone obese o in sovrappeso sono più a rischio di sviluppare Trombosi.
Sintomi della Trombosi Venosa Profonda e dell’Embolia Polmonare causata da un trombo
La trombosi venosa profonda manifesta sintomi solo nel 50% dei casi totali, molti non ottengono una diagnosi. Spesso si verifica una trombosi, quindi si ha un coagulo di sangue nei vasi sanguigni o nei capillari ma poi questo si dissolve senza arrecare danni o senza sviluppare problematiche gravi.
I sintomi più frequenti della trombosi sono edema (gonfiore), arrossamento, tensione e dolore. Purtroppo i sintomi in caso di tromboflebite (trombosi delle vene superficiali), trombosi venosa profonda (gamba e braccio) o nel caso di embolia polmonare differiscono da paziente a paziente. E’ difficile riconoscere precocemente la malattia, ma nel caso in cui si manifestino questi sintomi è fondamentale rivolgersi subito ad un medico che possa comprendere l’entità della sintomatologia e curarla per tempo.
La trombosi venosa profonda si sviluppa solitamente in una sola gamba, o comunque in un solo arto, è molto raro che si sviluppino trombi in entrambi gli arti, questo infatti è un fattore da prendere in considerazione per confermare la diagnosi di trombosi.
In caso di trombosi venosa si può camminare ed è consigliato tenere l’arto a riposo un po’ sollevato. Le trombosi possono regredire lentamente per mesi e mesi, infatti solitamente il processo di guarigione si conclude dopo 12 mesi.
Sintomi della Trombosi Venosa Profonda
Parliamo dei sintomi della trombosi venosa profonda: Un paziente su due non lamenta sintomi particolari, tuttavia il restante 50% dei pazienti riferisce i seguenti sintomi localizzati alle estremità colpite (gamba e caviglia; raramente collo e braccia):
- dolore,
- edema (gonfiore),
- arrossamento,
- senso di calore,
- dilatazione delle vene superficiali.
Ai primi sintomi di una trombosi venosa è necessario consultare un medico con urgenza, per effettuare una diagnosi precisa e che possa scongiurare ad esempio, dopo alcuni giorni di sviluppare un’embolia polmonare. Infatti, è noto che se non si reagisce tempestivamente a un evento di trombosi, da questo coagulo di sangue può generarsi un embolo che circolerà nei vasi sanguigni anche per un paio di giorni prima di arrivare ai polmoni e causare un’embolia. E’ anche vero che molti trombi si dissolvono autonomamente senza causare ulteriori problemi, ma è sempre meglio esserne certi.
Sintomi e cura dell’Embolia Polmonare causata da un trombo (Tromboembolia Polmonare)
I principali sintomi dell’embolia polmonare causata da un trombo, detta anche trombosi polmonare o tromboembolia polmonare, sono:
- dispnea (difficoltà di respirazione),
- forte dolore al torace,
- colpi di tosse con emissioni di sangue,
- cianosi,
- giramenti di testa,
- battito cardiaco irregolare.
Nel caso di embolia polmonare causato da trombosi venosa profonda l’embolo si origina in una vena profonda di una gamba e giunto nei polmoni impedisce la respirazione. La terapia in caso di trombosi polmonare consiste nella somministrazione di farmaci anticoagulanti per tentare di dissolvere il trombo, altrimenti si usano medicinali trombolitici e infine trattamenti più invasivi in casi gravi (embolectomia e filtro cavale).
Consigli per Prevenire la Trombosi
- Indossare abiti e scarpe comodi;
- Trovare il tempo per una passeggiata di quaranta minuti a passo sostenuto;
- Non esporre le gambe al sole nelle ore più calde della giornata, né a fonti di calore dirette (per esempio una stufa);
- Durante la giornata, compiere frequenti esercizi fisici degli arti inferiori;
- Abolire il fumo;
- Seguire una dieta sobria ed equilibrata, consumando molti liquidi e riducendo al minimo l’assunzione di alcol.
Esistono dei metodi semplici per prevenire la trombosi. Uno dei metodi più importanti è di fare movimento regolarmente, come camminare o fare attività fisica leggera. Questo aiuta a mantenere il sangue in circolazione e a prevenire la formazione di coaguli.
Un altro metodo per prevenire la trombosi è di mantenere il peso. L’obesità può aumentare il rischio di trombosi, quindi è importante seguire una dieta sana ed equilibrata e fare attività fisica regolarmente.
È anche importante evitare di stare seduti o in piedi per lunghi periodi di tempo perché questo può aumentare il rischio di trombosi. Se si deve stare seduti o in piedi per lungo tempo, si consiglia di fare delle pause regolari per camminare e muoversi.
Inoltre, è importante smettere di fumare. Il fumo può aumentare il rischio di trombosi perché danneggia le pareti dei vasi sanguigni e può aumentare la coagulazione del sangue.
Infine, se si sta prendendo una terapia ormonale o una pillola anticoncezionale, si consiglia di parlare con il proprio medico e monitorare attentamente il proprio stato di salute per prevenire la formazione di coaguli di sangue.
Seguendo questi consigli si può prevenire la formazione di coaguli di sangue e ridurre il rischio di trombosi. Consultare sempre il proprio medico per ulteriori consigli e informazioni sulla prevenzione della trombosi.
Trombosi e Vaccino Astrazeneca: cos’è VITT, la Trombocitopenia Trombotica Immune indotta da Vaccino
Recentemente, si sono verificati casi di trombosi dovuti ai vaccini; dopo un’attenta analisi degli esperti è stato coniato il termine “trombocitopenia trombotica immune indotta da vaccino (Vitt)” per definire la malattia dei casi di trombosi causati dal vaccino anti-Covid.
Un gruppo di scienziate ha rivelato al Corriere della sera che la VITT è “Una sindrome nuova, mediata da auto-anticorpi, molto diversa dalle classiche trombosi venose profonde che hanno altre cause” e che si manifesta soprattutto in “donne di età compresa tra i 20 e i 55 anni”. Ecco perché la soglia d’età consigliata per il vaccino è dai 60 anni in su, tuttavia ci sono ancora in ballo studi che potranno fare ulteriore chiarezza in merito alle correlazioni tra vaccino e trombosi, ma ecco cos’è stato scoperto.
“I dati dimostrano che i sintomi (difficoltà respiratoria, dolore al petto, forte mal di testa, dolore addominale persistente, vista offuscata, vertigini, comparsa spontanea di lividi) compaiono da 5 a 20 giorni dopo la vaccinazione e correlano con la produzione di anticorpi contro un normale componente del nostro organismo, una proteina prodotta dalle piastrine che si chiama FP4. Questi auto-anticorpi patologici si legano a FP4, attivano le piastrine provocando una catena di eventi che portano alla trombosi”.
“Ad oggi, casi di trombosi con caratteristiche di Vitt sono stati riportati in diversi Paesi europei ed Ema (l’Agenzia europea per i medicinali) ne ha suggerito il legame causale con il vaccino. Anche l’italiana Aifa ha sostenuto questa correlazione e ha proposto che in Italia il vaccino AstraZeneca sia riservato a soggetti di età superiore ai 60 anni, allineandosi almeno in parte con il limite imposto in altri Paesi europei. La situazione rimane ancora confusa, sia perché Aifa ha solo raccomandato, e non obbligato, la limitazione d’età, sia perché la frequenza e le caratteristiche della sindrome sono ancora poco definite”, ragionano le Scienziate per la società. I limiti di età imposti al vaccino Astrazeneca dovrebbero essere estesi anche al vaccino Johnson&Johnson in quanto entrambi i vaccini sono “basati su vettore adenovirale, è probabile che queste gravi reazioni siano dovute a componenti comuni ai due vaccini“.
“La buona notizia – scrivono – è che esiste una terapia per curarla, quando diagnosticata precocemente: infusione di immunoglobuline ed anticoagulanti non eparinici”. “E’ ora necessario che gli ospedali ricevano indicazioni precise su come riconoscere e trattare questa sindrome e che i medici vaccinatori siano allertati ed informati per incoraggiare i soggetti vaccinati a chiedere assistenza medica se dovessero insorgere i sintomi caratteristici. Solo così si potrà trattare tempestivamente la possibile trombosi post-vaccino.”
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