Il termine “solitario” identifica di fatto qualsiasi gioco di carte con un solo partecipante, sebbene esistano versioni di solitari giocati anche con tessere o biglie. Lo scopo di un solitario è generalmente quello di ottenere un determinato risultato, ossia la ricollocazione delle carte, che si può considerare l’equivalente della vittoria in un gioco di gruppo. La componente stocastica fa sì che l’esito finale non sia però sempre prevedibile. Esistono comunque solitari che abbattono la casualità, alcuni con mosse obbligate e altri in cui le mosse vengono scelte dal giocatore.
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La storia del solitario
Le origini del gioco del solitario non sono ben definite, ma si ritiene che questo passatempo sia nato in Europa nel XVIII secolo. Solo diversi decenni più tardi il solitario divenne popolare grazie alle citazioni all’interno dei libri dedicati ai giochi di carte. L’inclusione del solitario virtuale nei sistemi operativi dei computer negli anni ‘90 ne ha aumentato poi inevitabilmente la popolarità. Esistono moltissime varianti di solitario, con nomi e regole diversi. Entrando nello specifico, una classificazione fondamentale distingue i solitari “di costruzione” da quelli “a eliminazione”. Nei primi l’obiettivo è quello di impilare le carte in ordine sequenziale, partendo da una carta base, mentre negli altri le carte vengono abbinate per valore o per somma, fino a eliminarle tutte dal tavolo. In genere, però, i giocatori suddividono i solitari semplicemente in base ai tipi di mazzi di carte da utilizzare, vale a dire francesi o regionali.
I tipi di solitario con le carte francesi
Tra le varianti più conosciute del solitario con le carte non si può non citare in primis il solitario klondike, considerato come la versione più popolare del gioco. Le carte vengono disposte per seme, dall’asso al re, in 7 pile, con l’ultima carta di ogni pila scoperta. Molto simile è il freecell, in cui tutte le carte sono visibili sin dall’inizio della partita e vengono distribuite in 8 colonne. Il giocatore ha a disposizione 4 celle libere in cui riporre temporaneamente le carte.
Più particolare è il solitario spider, che si gioca con 2 mazzi di carte e prevede 10 pile scoperte. Nel solitario piramide, invece, le carte vengono disposte secondo una forma piramidale al fine di eliminarle tutte attraverso abbinamenti in coppie la cui somma sia pari a 13. Nel solitario golf ci sono 7 colonne di carte disposte in modo che tutte siano visibili e l’obiettivo è quello di scartarle nel pozzo.
I tipi di solitario con le carte regionali
Non sono pochi i solitari che vengono praticati con le carte regionali come quelle napoletane, i cui mazzi contano 40 carte anziché 52. Non per questo, però, possono essere considerati più semplici da completare. Il solitario anonimo è simile al klondike e richiede di costruire 4 basi, una per seme, in ordine crescente. Nel solitario “scarta i re” bisogna disporre le carte in 4 file, ciascuna con carte dello stesso seme in ordine crescente, eliminando i re. Nel solitario di Napoleone le carte vengono disposte su 4 file con un asso al centro di ognuna e l’obiettivo è di costruire 4 basi partendo dagli assi.
Più curioso è il solitario tre a tre, in cui si costruiscono 4 basi a partire dagli assi, girando le carte del tallone 3 alla volta, mentre nel solitario dell’ergastolano si gioca impilando le carte del tallone in un unico mazzo se la terza carta scoperta ha lo stesso valore o seme della prima. Molto popolare è infine il solitario orologio, in cui tutte le carte vengono disposte in cerchio. Spesso e volentieri, comunque, il risultato è determinato semplicemente dalla fortuna, a prescindere dalle capacità organizzative dei giocatori.
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